
Vittoria al primo turno di Concu del centro-destra.
Camba, del centro-sinistra, non è riuscito a ribaltare lo status quo; troppo tardiva la candidatura della Chia, terza (neanche tanto) incomoda, troppo sconosciuta e con una sola lista. Non ha recuperato sufficienti voti da mandare al ballottaggio le due coalizioni e giocare poi come ago della bilancia.
Il dato generale è quello innanzitutto di un’offerta politica più povera e di un elettorato molto meno partecipativo.
Sono lontani gli anni ‘90 in cui i candidati sindaco erano anche 5-6 con parecchie liste al seguito.
Con meno liste presenti anche la partecipazione al voto scende (47,24%), peraltro sotto la media statale italiana (54,72%).
Tantissimi candidati hanno preso zero voti, segno che i partiti hanno trovato difficoltà a riempire le liste e hanno attinto dai paesi vicini.
Il numero delle liste fa la differenza anche per i vincitori. Camba si è presentato con 5 liste, contro le 7 di Concu. A parità di liste, anche con un 3% per lista, totale 6%, che sottratti agli avversari valgono doppio, lo scarto si sarebbe ridotto nettamente.
Concu ha preso 402 voti meno delle sue liste (6361 Concu, 6763 la coalizione), la Chia e Camba hanno preso più voti delle liste.
I Riformatori sono il partito più votato, il PD il secondo.
Scompaiono Lega e 5 Stelle che, senza il buon risultato di alcuni candidati avrebbero avuto un risultato ancora più disastroso.
L'arrivo del "big italiano" Zoffili non ha portato bene alla Lega selargina, unica ad aprire le porte alla Lega in Sardegna in questa tornata amministrativa.
Alla sconfitta amministrativa la Lega deve aggiungere anche quella referendaria, cui va registrato un chiaro messaggio politico; non si può ridurre ad una questione balneare. I SI dei primi due referendum hanno superato di poco il 50%, e il 52% (I SI ai referendum degli ultimi 20 anni hanno tutti superato il 77%).
Una debacle totale.
La vera sorpresa è Forza Italia che prende più voti di Fratelli d'Italia, in controtendenza rispetto al dato statale.
Il tempo a Selargius si è fermato a 20 anni fa; questo dato è anche una fotografia (del tipo Polaroid non digitale) del paese, ancorato ancora a schemi italiani, ma datati.
Lo slogan dello sfidante "Cambia sindaco, Camba Sindaco" avrebbe dovuto spiegare in cosa si sarebbe dovuto cambiare, perché cambiare?
Anche “Selargius merita di più” era un messaggio debole, troppo generico.
Qual è l'offerta alternativa, il contenuto?
Pochi vanno alle presentazioni, pochi leggono il programma.
Tutti leggono gli slogan nei manifesti, sintetizzati in poche righe.
Tra tutti i santini elettorali, identici per formato e contenuti, uno è riuscito a catturare l’attenzione per l'originalità e per l'intelligenza di marketing. Quello di un vecchio sindaco, candidato come capolista di una civica del centro-destra: una lettera con cui si rivolge direttamente agli anziani e ai vecchi, che tutti conoscono, con un programma mirato a loro, in un paese in cui il 28% circa della popolazione ha oltre 60 anni.
Infatti è stato rieletto.
È mancata un'offerta innovativa, si è ripetuto il solito schema italiano, con l'aggiunta di qualche civica, solo che i risultati hanno fotografato una realtà distopica e vecchia di 20 anni, se non di più.
È mancato il coraggio di rinnovare e di tentare strade nuove, schemi e persone si sono ripetuti stancamente e di conseguenza anche la domanda politica ha risposto con un'astensione record e con una rassicurante conferma dello status quo.
È mancata l'offerta alternativa tutta sarda, slegata dai giochi di potere italiani e dal tifo destra-sinistra (che però stanno insieme nel governo italiano).
La Chia non ha fatto eccezione con una lista orientata ad Italexit di Paragone, specchio della situazione statale.
Date le premesse, offerta politica vecchia su uno schema vecchio che replica lo schema italiano di 20 anni fa, c'è poco da aspettarsi innovazioni.
Riuscirà Concu con un colpo di coda a smentire le previsioni, e a risolvere finalmente le tantissime questioni aperte?
De sa “prenta sarda” (dalla stampa sarda)
Il rapper Bakis Beks va a processo per delle semplici parole, condivise peraltro da moltissimi sardi.
La libertà di pensiero e di parola è concessa finché va bene al mainstream.
Sarà meglio ripetere le frasi, il testo non ha minimamente contenuti eversivi, a meno che non si voglia punire la parolaccia (sob!).
"Non c'è tempo per mediazioni, indennizzi, conciliazioni, questo è un messaggio ai coloni. Basta, fuori dai coglioni!"Qui potete ascoltare (e condividere) il video:
I dati e le analisi elettorali la fanno da padrone sulla stampa.
Un ragionamento nell’Unione Sarda dell’avvocato Giuseppina di Salvatore, si chiede chi comanda in Sardegna, dopo la bocciatura da parte del governo italiano della legge sarda sulla cannabis, che potrebbe comunque generare parecchi posti di lavoro e sulla candidabilità dei sindaci.
Giacomo Spissu presidente della Fondazione di Sardegna, il nuovo che avanza.
Meme della settimana
Quando il garantismo nobile va insieme al garantismo opportunista,
il garantismo nobile muore.
“Le notizie sono ciò che qualcuno non vuole che tu stampi. Tutto il resto è pubblicità”